Un tumore è un evento estremamente impattante, drammatico e delicato. Vale anche per la salute degli animali domestici che sempre più necessitano, anche loro, di consulenze o cure che siano il più precise possibili. Ecco perché la clinica veterinaria Città di Bolzano ha deciso di offrire un servizio con una dottoressa particolarmente esperta in oncologia come la bolognese Irene Bonazzi. “I proprietari che devono iniziare un percorso di accudimento di un animale con una malattia oncologica sanno che sarà difficile e complicato ma devono anche poter contare su una guida che possa accompagnarli costantemente”.

Dottoressa, di cosa si occupa un veterinario orientato allo studio delle malattie oncologiche?
“Molte volte ci concentriamo sulle cure palliative ma questo non deve spaventare o scoraggiare. Si tratta di gestire nel migliore dei modi una fase della vita. Nelle palliative rientra tutto ciò che non è strettamente curativo. Per alcuni aspetti anche una terapia analgesica può essere considerata tale. Spesso, invece, ci occupiamo di bilanciare terapie ottenendo trattamenti che fanno una reale differenza nella qualità di vita di cani o gatti. Poi, chiaro, bisogna anche essere elastici e capire che soprattutto in questo segmento della medicina variano molti i fattori e le soluzioni da caso a caso”

C’è anche, però, un aspetto curativo?

“Sì, talvolta con la chirurgia combinata ad altre terapie come chemioterapia, radioterapia, elettrochemioterapia e una grande attenzione ai controlli si possono ottenere grandi risultati”

Raccontiamo una visita oncologica.

“Inizialmente si valuta il paziente con una visita medica classica poi si passa all’analisi della sua situazione approfondendo gli esiti, per esempio, degli esami istologici, della TAC, radiografici, ecografici e non solo. A quel punto si crea un quadro generale e si inizia a scendere nel particolare delle singole terapie”

Tra cui la chemioterapia?

Molto spesso sì. Uno sguardo esperto in questo caso può essere molto importante perché si tratta di farmaci che vanno maneggiati con determinate precauzioni sia per la sicurezza dei pazienti nella somministrazione, degli operatori e dell’ambiente di lavoro”

A volte, tuttavia, molto del suo lavoro non viene visto dal proprietario.

“Possiamo dire così, sì. Gran parte del contributo che può dare un veterinario competente in malattie oncologiche, infatti, riguarda il lavoro in team con gli altri dottori. In occasione dei round di confronto possiamo fornire un quadro estremamente dettagliato delle necessità e delle criticità di un paziente oncologico. Attraverso questo lavoro comune possiamo contare su un approccio molto più completo e competente. D’altronde la medicina veterinaria evolve chiaramente verso un approccio sempre più di gruppo, multidisciplinare e come integrazione di varie prospettive. Tutto nell’interesse assoluto del paziente. Specie in una clinica di alto livello come questa di Bolzano”

Parliamo di predisposizioni.

“Prego”

Ci sono razze di cani maggiormente esposte al rischio di malattie oncologiche?

“Possiamo dire che alcuni cani come Bulldog, Boxer, Boston Terrier, Carlini,  Shar Pei o sono maggiormente predisposti ai mastocitomi. Le razze di grossa taglia come Pastori Tedeschi, Maremmani, San Bernardi o Alani possono incorrere maggiormente in osteosarcomi. Rottweiler e Bovari, infine, rischiano maggiormente un sarcoma istocitico (che può essere articolare, polmonare o disseminato). Attenzione, però, a non dimenticare che la distribuzione dei tumori risponde anche ad altri fattori e può, purtroppo, riguardare qualsiasi cane”.

Esiste una qualche via di prevenzione?

“Esiste la possibilità di ottenere buoni risultati con la diagnosi precoce se si effettuano controlli periodici, ecografie e radiografie ogni sei mesi. Di per sé non esiste ancora un meccanismo specifico di screening ma esami regolari possono aiutare moltissimo. Consideriamo, per esempio, che non esistono dei marker ematologici individuabili dalle analisi del sangue per le malattie oncologiche, tuttavia da queste possono emergere alterazioni meritevoli di ulteriori approfondimenti diagnostici.

Stanno aumentando i tumori nei pet?

“È difficile da dire perché, in realtà, ancora non esiste uno storico dettagliato vero e proprio. Solo recentemente l’attenzione alle malattie oncologiche in cani e gatti sta restituendo reportistiche e casistiche estremamente specifiche ma anni fa questi dati erano più rari. Sta aumentando sicuramente la capacità di gestire queste malattie e di garantire una qualità di vita migliore ai pazienti. Quello è innegabile”.

Quanto è importante la TAC in oncologia?

“Non è importante. È fondamentale ed imprescindibile, soprattutto in alcune situazioni”

Perché?

“Per esempio per la stadiazione. È l’unico strumento in grado di darci una fotografia esatta della localizzazione e dello stato di avanzamento di un tumore. Anche per il piano chirurgico diventa assolutamente essenziale questo tipo di informazione. Fa davvero la differenza e averla in struttura è una risorsa preziosa e di grande valore”.